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Ricordi
Mi ricordo di una donna fragile e dolce che canticchiava ridendo lungo le calli veneziane mentre andavamo da una festa notturna all'altra alla Biennale.
Mi ricordo di Nelia Massarotti.
Mi ricordo della sua gentilezza estrema e del suo entusiasmo difficilmente trattenuto quando riceveva i suoi amici a casa sua, del suo desiderio di far loro piacere senza cercare di mettersi in valore; si doveva persino insistere per vedere le sue ultime tele. Mi ricordo del suo riso, perché rideva molto.
Mi ricordo dell'interesse che mostrava per i miei lavori, e soprattutto delle sue ricerche personali, continue e sempre rinnovate; queste ricerche erano senza dubbio influenzate per l'idea che aveva del surrealismo, o in tutti casi per il bisogno esigente di esteriorizzare quello che c'era, nel fondo di se stessa, d'intenso.
Mi ricordo di Nelia e delle sue costruzioni azzardate che non assomigliavano a niente di conosciuto, e che mi incantavano profondamente.
Mi ricordo di Nelia che, come me, viveva in musica e che avrebbe voluto che i suoi quadri fossero melodiosi. Si accaniva, con una specie di fretta arrabbiata - come se volesse guadagnare la morte in velocità - a notare, negli arabeschi folli del disegno, i movimenti del violinista o meglio i flussi musicali che la sommergevano.
Mi ricordo del riso e della sete di vivere di Nelia. Mi ricordo molto bene - nella foschia del tempo perduto ...
Maurice Henry
Tratto da:
Nelia Massarotti - Dentro e fuori l’immagine
Mazzotta Cataloghi - 1982