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Recensioni
Nelia Massarotti - Profili e voci
Nelia Massarotti è tornata a Palazzo Dugnani, già sede dell'Istituto linguistico frequentato da studentessa, in veste di "pittore", come amava essere definita. E con tutto il ventaglio della sua produzione, dai dipinti ai disegni, le gouaches, la grafica, le ceramiche e gli studi preparatori.
Organizzata dal Comune di Milano che ha inteso in questo modo rendere omaggio a una figura nota negli ambienti culturali milanesi degli anni Sessanta, la retrospettiva, curata da Marisa Dalai Emiliani, è stata allestita per nuclei tematici, ordinati alloro interno cronologicamente. Si è preferito, cioè, privilegiare le varie aree di interesse a cui la Massarotti attingeva di continuo gli spunti ispiratori della sua arte (la musica, la letteratura, il passaggio, l'inconscio, la vita quotidiana spicciola), più che evidenziare il vero e proprio arco della sua evoluzione che fu incerta e contradditoria.
Arrivata tardi al mestiere, l'artista ha dato il meglio di sè nei disegni che si fanno notare per "quel suo ghirigorare fitto e continuo a penna e a matita, quasi mai sollevata dalla carta, quell'andirivieni veloce e ispirato dietro, il quale si riconosce l'educazione espressionista", come si legge in una delle tante testimonianze, riportate a catalogo, di personaggi della cultura e di amici. Dispiace constatare che la Massarotti non abbia speso in questo campo tutte quante le sue energie, dove aveva dimostrato di poter dire la sua. Cosa che ci pare sia avvenuta nei ritratti caricaturali tratti dal piccolo schermo (André Malraux, Borges, Jouyce Carey) o in senza titolo del 1971. Qui la Massarotti conduce con la stessa scioltezza segno e colore.
Luisa Somaini
La Repubblica – 30 ottobre 1982